Doveva essere l'incontro della svolta, ma purtroppo non è andata così. Il meeting tra proprietari e giocatori, durato cinque ore, per risolvere la situazione del lockout NBA, non è andato a buon fine. Le parti sono uscite dal confronto con un muro contro muro, separate come non mai. L'inizio della stagione NBA, previsto per il 3 ottobre con l'inizio dei training camp (l'1 novembre il via della regular season), è sempre più a rischio.
"E' finito un lungo giorno di trattative - ha detto Roger Mason Jr., rappresentante dei giocatori - ma non siamo assolutamente vicini ad un accordo. E' davvero spiacevole". Posizione confermata anche da Derek Fisher, il presidente dell'unione giocatori: "E' scoraggiante. Ma è la realtà di dove siamo ora". Anche per il commissioner David Stern prevale il pessimismo: "Vogliamo salvare la stagione, ma oggi è una brutta giornata".
Le due parti, che inizialmente dovevano rivedersi anche mercoledì, non hanno fissato nessun incontro per il futuro. Tuttavia, giovedì ci saranno incontri separati: i proprietari si troveranno a Dallas, mentre i giocatori a Las Vegas. Sperando possano trovare una posizione un po' più conciliante, anche se, ora più che mai, una stagione almeno monca è la possibilità maggiore.
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