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| | 2011 FORMULA 1 JAPANESE GRAND PRIX
Suzuka | Race Date: | 09 Oct 2011 | Circuit name: | - | Number of Laps: | 53 | Circuit Length: | 5.807 km | Race Distance: | 307.471 km | Lap Record: | 1:31.540 - K. Raikkonen (2005) | Last Winner: | S. Vettel | Gran Premio del Giappone, Suzuka: Anteprima ed orari del weekend Il Suzuka International Racing Course nei pressi di Nagoya, ospita il Gran Premio del Giappone, quindicesima, e probabilmente decisiva, tappa del mondiale di Formula 1 2011. Il tracciato di Suzuka, insieme a quello belga di Spa-Francorchamps è il più amato dai piloti che adorano percorrere i suoi 5,807 km tra curvoni veloci, cambi di pendenza e molti e notevoli cambi di direzione.
Il prossimo weekend potrebbe già assegnarsi il mondile piloti. Fallito il primo match ball in quel di Singapore, a Vettel ormai basta un misero punticino per bissare il successo iridato dello scorso anno, e coronare, così, un’annata davvero record. Su quattordici gare il campione di Heppenheim si è aggiudicato la vittoria nove volte e nelle restanti quatto gare si è piazzato al secondo posto. Davvero numeri incredibili per questo ragazzo di ventiquattro anni che con diciannove vittore in carriera ha già superato mostri sacri come Stirling Moss, Alberto Ascari, Jack Brabham ed Emerson Fittipaldi. Dovesse vincere anche in Giappone raggiungerebbe il finlandese Hakkinen a venti vittorie; e con altre cinque gare da disputare può anche puntare al record di maggior vittorie in una stessa stagione detenuto da Michael Schumacher.
Lo scorso Gran Premio di Singapore ha quindi solo rimandato la conquista del secondo mondiale consecutivo di Vettel che si è imposto in una gara praticamente senza storia. Partito dalla pole position, Vettel ha rivisto tutti al traguardo girando su tempi eccezionali inarrivabili per gli altir piloti. Nelle retrovie non sono mancati comunque i colpi di scena: protagonisti Felipe Massa e Lewis Hamilton. L’inglese della McLaren, partito non proprio benissimo, nel tentativo di recuperare posizioni, nel corso del decimo giro ha urtato con l’ala anteriore la gomma posteriore destra del brasiliano della Ferrari, provocandogli una foratura. Sosta ai box per entrambi, con successiva penalità per Hamilton e fiumi di polemiche.
Lo stile di guida dell’inglese, da sempre aggressivo e pronto a tutto pur di sopravanzare l’avversario, è finito nel mirino di analisti e colleghi. Sottolineando i parecchi errori commessi dall’inglese quest’anno, Coulthard ha invitato Hamilton a cambiare manager, scegliendo qualcuno nato e cresciuto nel mondo delle corse e non un semplice gestore della vita di una star. Lo stesso ha fatto il padre del campione di Stevenage, già suo manager fino allo scorso anno.
Sul versante colleghi, in molti hanno criticato lo stile aggressivo di Lewis ritenendo le sue manovre spesso pericolose per gli altri, e pare che i piloti abbiano chiesto un incontro con Charlie Whiting a Suzuka proprio per discutere dell’eccessiva foga dell’inglese. Hamilton dal canto suo, si giustifica dicendo che ha sempre corso in questo modo e che non cambierà e anche i suoi tifosi lo difendono, ritenendo ingiustificate le eccessive penalità ricevute quest’anno.
Quel che è certo è che la Formula 1 ha bisogno di piloti come Hamilton, piloti pronti a rischiare e a dare il tutto per tutto pur di prevalere. Un po’ di moderazione, ad ogni modo, non guasterebbe, ma ci pare che davvero nei confronti dell’inglese si sia aperta da tempo una caccia all’uomo pronta a passare ai raggi-x ogni sua minima mossa. Se a questo aggiungiamo che il livello di severità dei commissari, nel punire contatti di gara che fino a pochi anni fa non si sarebbero visti neanche al replay, è aumentato, ecco che ci troviamo nella situazione attuale, dove forse ai piloti si chiede più di fare i tassisti che non, appunto, i piloti.
Oltre al dominio di Vettel, la gara di Singapore ha messo ancora una volta in mostra lo scarso livello di competitività della Ferrari. La casa di Maranello ormai vive le gare delle sole partenze di Fernando Alonso che riesce sempre a recuperare qualche posizione sugli avversari, ma per il resto quelle del cavallino sembrano sempre più le controcorrente che affrontano i salmoni per riprodursi. I problemi sono sempre gli stessi, cronici ormai: scarso carico aerodinamico e difficoltà mostruosa di mandare le gomme in temperatura.
Da quando nel 2009 sono cambiati i regolamenti, la Ferrari appare un team in crisi, almeno da un punto di vista tecnico. Nonostante ad ogni presentazione il vertice della casa italiana giuri e spergiuri su quanto sarà competitiva la nuova vettura e su quanto estrem ed innovative sono le soluzioni adottate, ogni anno ci si ritrova allo stesso punto, se non peggio, dell’anno prima. Appare ormai evidente che a Maranello si sia persa la capacità di innovare, rischiare idee nuove, tirare fuori dal cilindro soluzioni vincenti. Ci si limita ad una semplice rifinitura della vettura dell’anno precedente, restando ancorati a soluzioni ormai datate.
Nella settimana appena trascorsa c’è stata anche una piccola polemica scatenata da Ecclestone. Il patron della Formula 1, durante un’intervista sul sito ufficiale della massima serie ha bollato la FOTA, l’associazione che riunisce i team, come “inutile”, affermando che delle questioni finanziarie è lui solo ad occuparsi, mentre le squadre farebbero bene a concentrarsi sulla creazione di macchine competitive. Nella stessa intervista Mr E non ha mancato di lanciare una frecciata alla Ferrari. Alla domanda se Vettel potrebbe mai accassarsi a Maranello, Bernie ha replicato con sostenendo che “se vuole rallentare, quello è il posto giusto per lui”.
Il Gran Premio del Giappone si disputa sulla pista di Suzuka, un tracciato molto tecnico caratterizzato da lunghe curve veloci e punti davvero impegnativi come la serie si “esse” dopo il traguardo che portano alle due curve Degner da affrontare una di seguito all’altra. Belle e caratteristiche anche la curva Spoon e la curva 130R, velocissima. L’unico difetto di questo meraviglioso tracciato è che la sede stradale è piuttosto stretta, il che rende abbastanza problematico effettuare sorpassi.
Il Gran Premio nipponico è una delle gare dove storicamente si è spesso deciso il titolo mondiale. Infatti già la prima edizione nel 1976 divenne leggendaria per il “coraggio di avere paura” di Lauda che, reduce dal rogo del ‘Ring, si ritirò in modo controverso al 2° giro sotto il diluvio, dando così la possibilità ad Hunt di agguantare negli ultimi giri un 3° posto che gli valse il mondiale. L’anno dopo la gara venne vinta proprio da Hunt, ma il giovane debuttante Villeneuve finì addosso a Peterson e poi tra il pubblico (che peraltro era in una zona vietata), provocando la morte di due persone.
Da allora per un decennio la Formula 1 non mise più le ruote in Giappone, fino a quando nel 1987 il circuito di Suzuka (pista di proprietà della Honda, all’epoca motorista dominante) divenne la sede del Gran Premio per circa vent’anni, fino a quando per il biennio 2007-2008 si tornò a correre al Fuji, opportunamente modificato.
Come detto, per molti anni il Mondiale si è deciso qui, come nello stesso ’87 quando Mansell diede addio alle sue chances contro Piquet a causa di un grave incidente in prova. Nel 1988 ci fu il primo atto della saga Senna-Prost, col brasiliano che si aggiudicò il suo primo titolo con una esaltante rimonta. Tuttavia restano famose le sportellate tra i due che nel biennio successivo decideranno le sorti del campionato tra mille polemiche: nell’89 mondiale a Prost con la famosa collisione alla chicane tra le due McLaren, e conseguente vendetta di Senna nel ’90 con speronamento alla partenza che spedì fuori pista la Ferrari del rivale.
La particolare collocazione del Gran Premio del Giappone nel calendario (che a volte è stata anche l’ultima gara stagionale) ha fatto sì che spesso un pilota riuscisse ad accoppiare l’affermazione in gara con la vittoria del titolo mondiale: Damon Hill ci riuscì nel 1996 (bissando il suo successo sotto il diluvio di due anni prima), mentre Mika Hakkinen ottenne i suoi due titoli iridati consecutivi grazie alle vittorie a Suzuka, avendo la meglio nel ’98 sulla Ferrari di Schumacher e nel ’99 sul sorprendente outsider Irvine.
Il tedesco della Ferrari, primatista di vittorie in questa gara con ben 6 affermazioni (solo una su Benetton, nel ‘95), si rifece nel 2000 quando con il trionfo di Suzuka riportò a Maranello il titolo dopo vent’anni di digiuno ferrarista. Finita nel 2004 l’era Schumi-Ferrari, negli ultimi anni le vittorie sono andate a top driver quali Raikkonen, Alonso, Hamilton e Vettel (1° negli ultimi due anni). Nonostante il titolo sia ormai una pura formalità per Sebastian, siamo certi che lui e gli altri quattro iridati in pista saranno sicuri protagonisti su un circuito molto selettivo che invece per i giovani esordienti sembra ormai una pericolosa pista “vecchio stile”, con curve molto veloci ma con vie di fuga molto limitate rispetto ai circuiti della “generazione-Tilke”.
Il Gran Premio del Giappone assegnerà quasi sicuramente la vittoria del mondiale a Vettel che, come già detto, necessita di appena un punto sull’inglese della McLaren Jenson Button. In parole povere Sebastian, anche in caso di vittoria di Button, potrebbe benissimo accontentarsi del decimo posto. Il pilota tedesco comunque vorrà certo festeggiare il suo secondo mondiale con una vittoria, e in caso di successo sarebbero tre di fila. L’ultimo pilota ad aver vinto tre Gran Premi del Giappone consecutivi è stato Michael Schumacher. Subito dopo la gara giapponese, il circus a quattro ruote partirà per la Corea del Sud, dove la settimana seguente si disputerà il Gran Premio sul circuito di Yeongam. Dopo il diluvio dello scorso anno e la pista non ancora in condizioni ottimali, si spera che tutto possa procedere per il meglio.
Orari del Gran Premio del Giappone
Venerdì 7 Ottobre 10:00-11:30 (03:00-04:30) Prove Libere 1 14:00-15:30 (07:00-08:30) Prove Libere 2
Sabato 8 Ottobre 11:00-12:00 (04:00-05:00) Prove Libere 3 14:00-15:00 (07:00-08:00) Qualifiche – Rai Due/Rai HD
Domenica 9 Ottobre 15:00 (08:00) Gara – Rai Uno/Rai HD
Tra parentesi gli orari italiani
GP Giappone, Prove Libere 1: Button davanti, incidente per Vettel Jenson Button ha ottenuto il miglior tempo nella prima sessione di prove libere del GP Giappone di Formula 1. A Suzuka la McLaren ha piazzato una doppietta nella prima sessione di prove libere del venerdì con Lewis Hamilton alle spalle del suo compagno di squadra. Brutto inizio di weekend per Sebastian Vettel che ha concluso la sua sessione nelle barriere della Degner.
Il tedesco, terzo, è finito largo nel suo ultimo tentativo alla Degner 1, e non è riuscito quindi a rallentare la sua Red Bull alla curva successiva. Pochi i danni alla vettura.
Button è stato il più veloce per gran parte della sessione e all’ultimo giro è sceso a 1.33.634. Hamilton è staccato di soli 91 millesimi mentre Fernando Alonso è quarto con la Ferrari davanti a Mark Webber.
Ottimo sesto tempo per Jaime Alguersuari con la Toro Rosso, davanti all’altra Ferrari di Felipe Massa e all’altra Toro Rosso di Sebastien Buemi. Michael Schumacher (Mercedes GP) e Vitaly Petrov (Lotus Renault GP) completano la top 10.
GP Giappone, Prove Libere 2: Button davanti ad Alonso Jenson Button è stato il più veloce anche nella seconda sessione di prove libere del GP Giappone. Nel venerdì di Suzuka l’inglese della McLaren ha girato in 1.31.901 precedendo la Ferrari di Fernando Alonso e le Red Bull di Sebastian Vettel e Mark Webber.
I due piloti del team campione del mondo hanno comunque mostrato un passo superiore alla concorrenza nei long run con la mescola di gomme più morbida.
I piloti della McLaren si sono portati in testa nelle prime fasi della sessione con Button e Hamilton che si sono alternati al comando della classifica. Hamilton ha avuto inizialmente la meglio con 1.34.529, un tempo poi battuto da Alonso in 1.33.848 poi da Webber in 1.33.782. Alonso ha risposto poco dopo con 1.33.503, tempo rimasto il migliore per diversi minuti.
In questa fase Kamui Kobayashi ha avuto diversi controlli al limite mentre Bruno Senna si è girato alla curva 1 senza danneggiare la sua vettura. Problemi anche per Rubens Barrichello, finito nelle barriere alla Degner 1 dopo un’uscita sull’erba. Il brasiliano è uscito indenne dalla sua Williams. Sessione deludente per il team di Grove: Pastor Maldonado ha infatti parcheggiato la sua vettura alla Degner 1 poco prima dei primi 60 minuti a causa di un problema tecnico. L’esposizione delle bandiere gialle ha poi rovinato il run a gomme morbide di diversi piloti.
Poco dopo Alonso ha girato in 1.32.075 e Webber si è portato a 72 millesimi. Ma Button ha fatto meglio girando in 1.31.901.
A 20 minuti dal termine Vettel si è portato in terza posizione davanti al compagno di squadra Webber: i primi quattro piloti sono racchiusi in soli 2 decimi e mezzo.
I team si sono poi dedicati alla valutazione delle gomme morbide nei long run ed è parso chiaro che mentre McLaren e Ferrari sono veloci nei giri singoli, le Red Bull hanno spesso un secondo di vantaggio nei long run.
Felipe Massa è quinto con l’altra Ferrari davanti a Michael Schumacher (Mercedes GP). Settimo Nico Rosberg davanti a Hamilton, Vitaly Petrov e Sebastien Buemi.
Fonte: F1GrandPrix
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