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| | FORMULA 1 GRAN PREMIO DE ESPAÑA SANTANDER 2011
Catalunya | Race Date: | 22 May 2011 | Circuit name: | Circuit de Catalunya | Number of Laps: | 66 | Circuit Length: | 4.655 km | Race Distance: | 307.104 km | Lap Record: | 1:21.670 - K. Raikkonen (2008) | Last Winner: | M. Webber | Gran Premio di Spagna, Barcellona: Anteprima ed orari del weekend A circa due mesi dall’inizio del mondiale, il circus della Formula 1 approda in Europa per il Gran Premio di Spagna che da anni ormai segna l’inizio della stagione europea della massima serie motoristica.
Si giunge in Spagna dopo quattro gare che in pratica hanno messo in luce l’assoluta supremazia di Sebastian Vettel e della Red Bull. Il pilota tedesco ha vinto tre gare, lasciando solo il Gran Premio di Cina all’alfiere della McLaren Hamilton. Vettel e la Red Bull guidano entrambe le classifiche con distacchi notevoli. Si dovesse continuare in questo modo il mondiale entro agosto sarebbe già finito.
Sebastian Vettel è letteralmente in stato di grazia, nessuno sembra essere in grado di impensierirlo, neanche il compagno di team Webber che comunque ha offerto ottime prestazioni a volte intervallate da piccoli problemi.
Lo scorso Gran Premio di Turchia ha visto la Ferrari tornare sul podio dopo un avvio di stagione molto difficile e irto di ostacoli. Il lavoro da fare è ancora lungo ma gli aggiornamenti portati ad Istanbul sembrano ben funzionare e a questo punto ci si aspetta la riconferma a Barcellona.
La McLaren è apparsa invece in rallentamento rispetto alle prestazioni fatte vedere in Cina: complici anche gli errori strategici Hamilton e Button non sono andati oltre il quarto e il sesto posto.
Il Gran Premio di Spagna si svolge sul circuito di Montmelo alla periferia nord-est di Barcellona, costruito all’inizio degli anni novanta nell’ambito dei lavori per le Olimpiadi del 1992. Il tracciato catalano è tra i meglio conosciuti da team e piloti in quanto scenario dei test invernali. È su questo circuito che le varie squadre sperimentano tutte le componenti delle nuove vetture, ed è su questo circuito che in genere si fanno debuttare i primi upgrade aerodinamici della stagione.
Il circuito può essere utilizzato in tre configurazioni diverse: quella da Formula 1 (la più lunga); la configurazione denominata Nacional di tre km; la configurazione conosciuta come Escuela di 1,7 km. All’interno dell’impianto sorge anche una piccola pista per i kart.
Caratterizzato da un manto stradale abbastanza ondulato, il tracciato è gradito ai piloti che ne apprezzano la tecnicità dovuta anche ai lunghi curvoni veloci come quelli Renault e Repsol. Il layout ha subito delle modifiche nel corso degli anni, le più importanti delle quali nel 2004 e nel 2007. Nel 2004 la curva La Caixa fu modificata in una staccata, mentre nel 2007 venne inserita una chicane tra le curve Europecar e New Holland. Quest’ultima modifica non è mai stata molto apprezzata in quanto è andata a spezzare il ritmo con cui le due curve si percorrevano praticamente in sequenza.
La tecnicità dell’impianto non è comunque proporzionale alla sua spettacolarità: i sorpassi sono molto difficili, anche se quest’anno con la variabile del DRS le cose potrebbero migliorare.
Durante la settimana c’è stata anche una piccola polemica: il presidente della Ferrari Montezemolo è tornato a minacciare di abbandonare la Formula 1 e creare un campionato alternativo alla scadenza dell’attuale Patto della Concordia. Il tutto ruota, come sempre, attorno al denaro: non è certo un mistero che i team gradirebbero ricevere più soldi dalla spartizione dei diritti televisivi. A ciò va aggiunto il crescente interesse della cordata formata dalla Exor di Elkann e la News Corp di Murdoch per la Formula 1.
Altro fronte caldo è quello dei test. Il presidente della FIA Jean Todt aveva lanciato la proposta di un possibile ritorno dei test stagionali, seppure con forti limitazioni. Ma alcuni team si sono dichiarati contrari affermando che i costi potrebbero tornare a salire. Favorevole è senza dubbio la Ferrari che ormai dal 2009 tuona contro il divieto.
Un po’ di storia.
Il Gran Premio di Spagna è nobilitato dall’essere uno dei più antichi del calendario, tanto è vero che la prima edizione, valida per vetture Sport, è addirittura del 1913, ma per dieci anni rimase un fatto isolato. Nel 1923 il primo vero GP di Spagna si disputò sull’ovale di Sitges, ma la sopraelevazione delle curve era stata mal calcolata, e tale pista venne presto abbandonata. Partecipò anche il nostro Nuvolari in quella lontana edizione, all’epoca non ancora famoso, arrivando quarto nella categoria cadetta.
Nel 1926 il GP trova finalmente una sede relativamente stabile sul circuito di Lasarte a San Sebastian, e vede la vittoria di Costantini sulla Bugatti, vettura che quell’anno vincerà il Campionato del Mondo Grand Prix (ricordiamo che già dal ’25 al ’27 fu organizzato un Mondiale che premiava le Marche).
L’anno successivo tocca a Benoist, pilota che domina la stagione ‘27 consegnando il titolo alla Delage. Negli anni successivi la gara perde la titolazione nazionale e per ritrovare il GP di Spagna bisogna arrivare al 1933, quando trionfa il francese Louis Chiron sulla mitica Alfa P3. Ma nei GP si profila il dominio tedesco, infatti l’anno successivo è la volta della Mercedes di Fagioli, mentre nel 1935 la gara viene inserita nel neonato Campionato Europeo Grand Prix e vede un nuovo trionfo della Stella a Tre Punte, stavolta con Rudolf Caracciola, che quell’anno vincerà anche il titolo europeo.
Nel 1936 la Spagna piomba nella sanguinosa guerra civile, e il Gran Premio di Spagna tornerà in calendario solo nel 1951, come gara finale del Campionato del Mondo di Formula 1 sul circuito di Pedralbes, vicino Barcellona, quando Fangio vince il primo dei suoi 5 titoli battendo la Ferrari di Ascari afflitta da gravi guai di pneumatici.
Dopo una ulteriore edizione nel ’54, il GP di Spagna scompare fino al 1967, quando Clark vince un’edizione non valevole per il Mondiale sul circuito madrileno del Jarama, pista sulla quale dal ’68 al ’75 il GP viene disputato in alternanza con il circuito del Montjuich a Barcellona. Drammatica l’edizione del ’69 proprio al Montjuich quando le Lotus di Hill e Rindt perdono gli alettoni, che in quei mesi diventano esageratamente e pericolosamente sempre più alti: l’austriaco ci rimette il setto nasale, e la Federazione decide finalmente di regolamentare le appendici alari. La vittoria di Stewart su March nel ’70, è l’ultima colta da una scuderia (la Tyrrell) che non costruisce da sé il telaio.
Memorabile la guida di Ronnie Peterson al Montjuich nel 1973, quando per 57 giri conduce in testa, prendendo in derapata e in controsterzo i curvoni veloci prima a sinistra e poi a destra lungo la discesa che porta a Plaza De Espana dove, cronometrato da un punto all’altro, Ronnie guadagna dai 3 ai 4 decimi nei confronti di avversari come Stewart, Cevert e Fittipaldi (che vincerà dopo il ritiro dello svedese).
Nel ’74 Lauda coglie su Ferrari la sua prima vittoria, inaugurando un’era e una carriera tra le più significative. Il 1975 segna la fine del Montjuich: è l’anno della tragedia causata dall’uscita di pista di Stommelen, la cui vettura perde l’alettone posteriore provocando quattro morti tra il pubblico, e la dimostrazione che le proteste dei piloti prima del GP riguardo la scarsa sicurezza delle protezioni a bordo pista erano tragicamente fondate. La gara viene interrotta prima della metà, il punteggio dimezzato, e così Lella Lombardi, sesta, col suo mezzo punto è ancora oggi l’unica donna ad aver finito un GP in zona-punti.
L’edizione 1980, vinta da Jones, viene successivamente dichiarata non valida per il mondiale a causa dei violenti contrasti tra i team inglesi (FOCA) e la Federazione appoggiata dai Costruttori (Ferrari, Renault e Alfa). Nel 1981, ultima edizione al Jarama, si assiste al capolavoro di Gilles Villeneuve, che con una Ferrari turbocompressa poco adatta al tortuoso circuito, guida da fuoriclasse non sbagliando niente pur pressato continuamente da una muta scatenata di avversari: al traguardo i primi 5 sono racchiusi in poco più di un secondo.
Il Gran Premio non viene più disputato fino al 1986, quando entra in scena il circuito di Jerez de la Frontera , che viene inaugurato con lo strepitoso arrivo in volata tra Senna (1°) e Mansell, appaiati al traguardo e divisi da quattordici millesimi di secondo.
Nel ’90 la doppietta Ferrari Prost-Mansell segna la fine per il circuito andaluso, infatti dal 1991 a tutt’oggi il GP di Spagna si disputa a Barcellona sul circuito di Catalunya, pista che ben presto è divenuta punto di riferimento dei valori tecnici in campo, dato che è scelta frequentemente dai team come circuito di collaudo (soprattutto quando i test erano liberi).
All’epoca era visto come un moderno circuito “nuova generazione” dove i sorpassi erano difficili; oggi, nell’era dei circuiti progettati da Tilke, è considerato quasi come una pista “vecchia scuola”. In ogni caso, è un test probante per l’aerodinamica delle vetture, elemento ormai quasi unico per determinare la competitività della macchina.
Anche l’edizione inaugurale di Barcellona è segnata dall’ennesima lotta Mansell-Senna, con l’inglese che si prende la rivincita grazie a un interminabile e memorabile sorpasso ruota a ruota col brasiliano. Ben presto sorge l’astro di Michael Schumacher, che in un decennio vincerà ben sei volte (memorabile la vittoria del ’96, la sua prima in Ferrari, guidando alla grande nel diluvio), risultando così il pilota più vittorioso nella storia del GP di Spagna.
Da ricordare anche la tripletta di Hakkinen dal ’98 al 2000, con una McLaren che si adattava molto bene al circuito catalano. Il finnico diede l’addio al poker nel 2001 a causa di un clamoroso ritiro all’ultimo giro, regalando la vittoria al rivale tedesco di sempre. Dopo l’era Schumacher, nelle ultime edizioni c’è stata una certa alternanza di piloti vittoriosi, praticamente quasi tutti i protagonisti di questi anni: Raikkonen, Alonso, Massa, Button e Webber.
Il Gran Premio di Spagna segnerà il debutto delle nuove soluzioni aerodinamiche studiate dalle squadre, anche se lo stato di forma mostrato dalla Red Bull pare intaccabile. Quello che gioca a favore degli austriaci è l’assoluta dedizione e il grande impegno che Vettel sta mettendo in questa stagione.
Perfino il suo compagno di squadra Webber, che pure lo scorso anno ha battagliato fino all’ultimo per il titolo, non è in grado di intaccarne la leadership. Insomma gli avversari sono pressoché inesistenti, e la vittoria di Hamilton in Cina è da attribuire più all’errore strategico della Red Bull di fare due soste piuttosto che al reale potenziale di Woking.
Mercedes e Ferrari sono troppo indietro anche solo per pensare ad una rimonta in ottica iridata. In parole povere a meno di sconvolgimenti Vettel resta il favorito per la vittoria anche in terra spagnola.
Gli orari del Gran Premio di Spagna
Venerdì 20 Maggio 10:00-11:30 Prove Libere 1 14:00-15:30 Prove Libere 2
Sabato 21 Maggio 11:00-12:00 Prove Libere 3 14:00-15:00 Qualifiche – Rai Due
Domenica 22 Maggio 14:00 Gara – Rai Uno
GP Spagna, Prove Libere 1: Webber al comando La Red Bull Racing ha iniziato nel migliore dei modi il weekend del GP Spagna piazzando una doppietta nelle prime prove libere del venerdì a Barcellona. Mark Webber è stato il piu’ veloce precedendo il compagno di squadra Sebastian Vettel.
In una sessione svolta sotto un cielo sereno, Webber ha girato in 1.25.142 ed è rimasto imbattuto per il resto della sessione. L’australiano è stato piu’ veloce di un secondo rispetto a Vettel. Terzo tempo per la Mercedes di Nico Rosberg mentre l’idolo locale, Fernando Alonso è quarto con la Ferrari. Felipe Massa con l’altra Rossa è solo 16mo.
Sergio Perez ha avuto un ottimo avvio di weekend con il quinto tempo al volante della Sauber davanti alla McLaren di Lewis Hamilton e alla Mercedes di Michael Schumacher.
Massa è stato il primo pilota a completare un giro veloce nelle prime fai ma è stato subito scavalcato dalle Mercedes. Perez è poi balzato al comando dopo i primi 20 minuti fino al tempo di Webber che ha limato mezzo secondo a un’ora dal termine. Al suo giro successivo Webber ha migliorato il suo tempo di quasi due secondi.
Pastor Maldonado è stato protagonista dell’unico incidente della giornata dopo un’uscita alla curva 12, il pilota della Williams è riuscito ad evitare l’impatto ma non è riuscito a tornare in pista in mattinata.Fonte: F1GrandPrix GP Spagna, Prove Libere 2: Webber ancora davanti Mark Webber ha ottenuto il miglior tempo anche nella seconda sessione di prove libere del GP Spagna. A Barcellona il pilota della Red Bull ha preceduto di soli 39 millesimi la McLaren di Lewis Hamilton. Terzo tempo per l’altra Red Bull di Sebastian Vettel.
Ad un certo punto della sessione le due vetture del team austriaco si sono ritrovate con quasi due secondi di vantaggio sul resto del gruppo, ma quando la McLaren è passata a sua volta alle gomme morbide il gap si è ridotto in modo considerevole con Hamilton che si è inserito tra Webber e Vettel.
Quarto tempo per Jenson Button con l’altra McLaren a 7 decimi. Fernando Alonso è quinto con la Ferrari, staccato di altri 3 decimi e precede le Mercedes.
Ottavo tempo per l’altro ferrarista, Felipe Massa, a otto decimi dal suo compagno di squadra, e seguito dalla Sauber di Kamui Kobayashi.
La Renault ha utilizzato le gomme morbide a metà sessione ma alla fine Nick Heidfeld e Vitaly Petrov hanno chiuso in decima e 12ma posizione, divisi dalla Sauber di Sergio Perez.
Sembrano funzionare le novità portate dalla Lotus: Heikki Kovalainen ha battuto Adrian Sutil in 18ma posizione ed è a 3 secondi da Paul di Resta. Uscite di pista senza conseguenze per Tonio Liuzzi e Massa mentre Hamilton, Alonso e Button hanno avuto problemi di traffico con Karthikeyan, Alguersuari e Petrov.Fonte: F1GrandPrix
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