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| Amici tarantinati, esce in questi giorni il libro "Tarantino vs Kitano - Registi senza gloria" introdotto dalla prefazione di Valerio Caprara, per la collana Ciak si scrive della Sovera edizioni. Un viaggio, lungo binari paralleli, nel cinema di due geni della cinematografia hollywoodiana e nipponica  . La quarta di copertina dice: Negli ultimi anni Quentin Tarantino è diventato la maggiore “superstar” del cinema e il successo di Kill Bill ha riportato in auge un talento tanto criticato per le tematiche immorali e le scelte stilistiche imputate di smodato citazionismo o di disonesto plagiarism. Un percorso simile nella mediatizzazione è avvenuto quasi contemporaneamente a Takeshi Kitano, che ha dovuto attendere il ’97 (Leone d’oro ad Hana-bi) per vedere attestata una genialità esordita ben otto anni prima. Kitano rappresenta oggi per il Giappone quello che significa Tarantino per l’America: uno slancio verso le sperimentazioni, mai sprezzanti del passato, che rimpastano il cinema in tutte le sue declinazioni e lo configurano secondo un gusto originale, si pensi all’ultimo fantawar movie tarantiniano e alla trilogia kitaniana sulla crisi dell’artista. È da tale confronto che nasce questo libro: da una comparazione rinnegata dagli stessi autori ma chiara nei reciproci linguaggi e macrocosmi figurali e nella visione del cinema che, come scrisse Majakovskij, è “quasi una concezione del mondo”.  |
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