*Kurtis 92* |
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| Pechino 2008 - L'Italia scende dal podio olimpico
Gli azzurri, nervosi e fallosi, non convincono con la Russia: ma è stato un torneo sfortunato utile forse anche per qualche riflessione di carattere programmatico sul movimento, la sua organizzazione, le sue leadership e il suo rinnovamento. Le dichiarazioni del CT Anastasi e del presidente Magri
Non siamo più la squadra da battere; non siamo più la squadra che dominava ai mondiali e andava alle Olimpiadi per vincere, sempre e comunque. E questo oro stregato della pallavolo assomiglia sempre di più a quello del calcio per il Brasile: la frustrazione di chi parte sempre per vincere ma non vince mai.
Stavolta l'Italia non partiva neppure per correre all'oro. Obiettivamente le condizioni non erano le migliori, e di avversarie più forti ne abbiamo notate almeno un paio. E questo quarto posto potrebbe addirittura essere considerato un ottimo risultato. Anche se forse poteva andare meglio.
Si dovrebbe probabilmente cominciare con il riconoscere che la squadra azzurra di volley sta vivendo un momento di ricambio e che non è stata neppure fortunata considerando gli infortuni in corso d'opera di Corsano e Fei e poi quello di Mastrangelo in semifinale. Ma anche questo può essere uno stimolo per cambiare, rinnovare. E riportare il movimento del volley italiano al vertice. Ripartendo da Anastasi e da alcune sue ottime intuizioni in termini di inserimenti (Martino, Birarelli), cambiando là dove è necessario.
Tuttavia anche contro la Russia ci si poteva aspettare anche qualcosa di meglio dalla squadra di Anastasi: nervosa, fallosa, anche piuttosto imprecisa contro avversari che hanno concesso poco, se non quasi nulla.
Tra le fila azzurre si sono visti quel nervosismo tipico non della squadra che vuole reagire, ma di quella che non sa come farlo. E il primo set finisce nonostante un sussulto portato da Zlatanov dopo il secondo time out tecnico. Secondo set invece senza storia: Russia che prende subito il largo, amministra, si concede anche qualche cambio e respira. Nel terzo set si vede l'Italia migliore: ma i famosi 'occhi della tigre' cui faceva continuamente riferimento Julio Velasco nei suoi tempi d'oro, sono spenti. Gli azzurri non ci credono più e di fronte a una sconfitta sempre più vicina, complice qualche decisione arbitrale dubbia, gli azzurri finiscono per innervosirsi, protestare e perdere oltre alla calma anche i punti decisivi. Su un'ammonizione di Fei per proteste la Russia ottiene un break che mantiene fino al termine. E sostanzialmente è giusto così. Anche se il finale fa male: 3-0 (25-22, 25-19, 25-23), anche se questo bronzo fallito può addirittura essere considerato il lato pieno di un bicchiere comunque mezzo vuoto.
Quarto posto con qualche rimpianto per gli azzurri che per la prima volta dopo tre Olimpiadi scendono dal podio dei giochi. Il dato è questo: è opportuno rifletterci. E sicuramente ci sta riflettendo Anastasi: "E' un peccato, ma torniamo a casa con la certezza, di essere tornati tra le prime quattro squadre del mondo. Non si tratta di un Olimpiade da buttare: per il modo e la sofferenza con cui siamo arrivati a questi Giochi, sarei stato già contento se fossimo riusciti ad arrivare ai quarti di finale. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare, non abbiamo nulla da rimproverarci. Oggi la Russia ha vinto meritatamente, noi eravamo svuotati di energie: non sapevo più cosa chiedere a questi ragazzi".
Il Presidente della Fipav Carlo Magri è decisamente deluso: "E' logico - ammette - speravo in una medaglia me la sono persino sognata di notte. Ovviamente sono molto amareggiato".
Intanto però l'Italia si ricandida a punto di riferimento del volley internazionale con i campionati mondiali maschili, già assegnati al nostro paese per il 2010 e per quelli femminili del 2014 per i quali l'Italia presenterà una candidatura ufficiale a breve a paese organizzatore.Fonte: Eurosport
Peccato... 
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